Enrico Milone ci ha lasciato. Una tristissima perdita per tutti gli organismi rappresentativi di noi architetti. Queste poche righe vogliono rendere omaggio a una persona che ha dedicato la propria vita alle Istituzioni, una figura di riferimento per tutti noi, sempre presente.
Parlare di un grande uomo, cercare di trasmetterne il carattere e la personalità, parlando della sua vita, anche se ci limitiamo a quella professionale, non è mai facile, soprattutto quando non c’è più. Le parole da usare sembrano sempre inadatte a esprimere la stima, il rimpianto e anche l’affetto. Ma come Ordine degli Architetti sentiamo l’esigenza di farlo, vogliamo parlare di Enrico, ricordarlo e onorarlo, idealmente tutti insieme.
Nel corso dei tanti anni che, da architetto militante, Enrico ha passato a servizio delle Istituzioni, si è fatto apprezzare dai molti che lo hanno conosciuto per la sua competenza, per la sua saggezza e per la sua rettitudine.
Quello che più colpiva era la serenità e l’equilibrio con cui affrontava ogni situazione, anche quelle più complesse e problematiche, sempre pronto al confronto, con in mente un’idea-guida che ha sempre portato avanti con lucidità e consapevolezza: la valorizzazione della figura dell’Architetto e del suo ruolo nella Società.
Ha partecipato attivamente, e con grande autorevolezza, alle nostre Istituzioni, anche in periodi molto complessi per la professione dell’Architetto; Enrico è e resterà una figura di riferimento per tutti gli iscritti e anche per chi, come noi, con diversi ruoli e in momenti diversi, ha ricoperto e ricopre cariche istituzionali, che lui prima di noi ha onorato.
Personalità originale, curioso e appassionato, amante della vita e della sua professione, era pronto a cogliere ed elaborare ogni segnale di innovazione, mettendosi continuamente in discussione; aveva mille risorse e mille passioni, coltivate con un’energia e una vitalità non comuni.
Fu lui il primo a portare gli architetti a confrontarsi continuamente con la realtà circostante; le sue battaglie istituzionali hanno segnato sensibilmente le stesse finalità dell’Ordine.
Alla Casa dell’Architettura è in corso un ciclo di mostre-convegno sugli architetti della scuola romana nati negli anni della prima Guerra Mondiale. A quelle su Giuseppe Perugini (1914-1995) e Maurizio Sacripanti (1916-1996) seguiranno Federico Gorio (1915-2007), Mario Fiorentino (1918-1982) e Franco Minissi (1919-1996). Queste personalità sono state protagoniste dell’architettura di allora, ma il loro messaggio è ancora attuale. Eppure sono relativamente poco noti ai giovani architetti e quasi dimenticati dalle facoltà di architettura; anche se la loro attività progettuale era inscindibile dalla pratica del cantiere e da quella dell’insegnamento.